Conspirata: A Novel of Ancient Rome by Robert Harris

Conspirata: A Novel of Ancient Rome by Robert Harris

autore:Robert Harris [Harris, Robert]
La lingua: eng
Format: epub
Tags: 02Conspirata - Blocco note
ISBN: 0743266110
Amazon: B003EGVD8A
editore: Simon & Schuster
pubblicato: 2010-03-30T00:00:00+00:00


02Conspirata

prossimo, che gli disse che il posto migliore - in quanto il più facile da proteggere - sarebbe stato la stanza delle esecuzioni sotto il Carcer, che era opportunamente adiacente al tempio della Concordia. L'uomo aggiunse che tuttavia lo spazio era troppo angusto e la luce troppo fioca per la decapitazione, così fu deciso per esclusione che i cospiratori sarebbero stati eliminati mediante strangolamento. Il littore uscì a verificare che il carnefice e i suoi assistenti si tenessero pronti.

Cicerone mi parve scosso da quella conversazione. Rifiutò di mangiare, sostenendo di non avere appetito.

Acconsentì a bere un goccio del vino di Attico, da una delle raffinate coppe di vetro napoletane dell'amico, ma purtroppo la sua mano tremava così tanto che la lasciò cadere e i pezzi di vetro si sparsero sul mosaico del pavimento. Una volta pulito, Cicerone decise di avere bisogno di un po' d'aria fresca.

Attico chiamò uno schiavo per aprire le porte e salimmo i gradini che portavano dalla biblioteca a una stretta terrazza. Giù, nella valle, l'effetto del coprifuoco faceva sembrare Roma buia e imperscrutabile come un lago. Soltanto il tempio della Luna, illuminato dalle torce sui fianchi del Palatino, era chiaramente visibile. Sembrava galleggiare, sospeso nella notte, come un bianco vascello disceso dalle stelle per sorvegliarci. Ci appoggiammo contro la balaustra e contemplammo vanamente ciò che non potevamo vedere.

Cicerone sospirò e disse, più a se stesso che a noi: «Mi domando che cosa penseranno di noi gli uomini tra un migliaio di anni. Forse Cesare ha ragione: la Repubblica ha bisogno di essere abbattuta e ricostruita di nuovo. Vi confesso che ho finito per disprezzare questi patrizi quanto disprezzo la plebaglia, ed essi non hanno nemmeno la scusa di essere poveri o ignoranti!». E poi di nuovo, alcuni momenti più tardi: «Abbiamo così tanto, le nostre arti e la nostra cultura, leggi, tesori, schiavi, la bellezza dell'Italia, il dominio dell'intera terra, e tuttavia perché qualche inestirpabile impulso della mente umana ci spinge sempre a lordare il nostro nido?». Io presi segretamente nota di entrambe le osservazioni.

Quella notte dormii molto male, in un cubicolo contiguo alla camera di Cicerone. Lo scalpiccìo dei sandali delle sentinelle che pattugliavano il giardino e le loro voci sussurrate s'intrecciavano con i miei sogni. Vedere Lucullo aveva risvegliato il ricordo di Agata e io ebbi un incubo nel quale gli facevo delle domande su di lei e lui mi rispondeva che non aveva idea a chi mi stessi riferendo, ma che comunque tutti i suoi schiavi a Miseno erano morti. Quando mi svegliai esausto nell'alba grigia, provai una sensazione pesante di spavento, come se mi fosse stata appoggiata una roccia sul petto. Guardai nella camera di Cicerone, ma il suo letto era vuoto. Lo ritrovai seduto immobile nella biblioteca, con le imposte chiuse e solo una piccola lampada al fianco. Chiese se fosse già l'alba. Voleva andare a casa a consultarsi con Terenzia.

Partimmo subito dopo, scortati da un nuovo distaccamento di guardie del corpo comandato da Clodio. Da quando la crisi era cominciata,



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